Lo sport come strumento di crescita, incontro e libertà. È questa la visione che guida Marco Arlati, fondatore della Pegasus Sporting Club, realtà sportiva nata con l’obiettivo di promuovere l’inclusione e il rispetto delle differenze all’interno e fuori dal campo. Dal 2022, Pegasus collabora con CUS Bergamo per offrire corsi e attività sportive aperte a tutte e tutti, diventando un punto di riferimento nazionale per lo sport LGBTQI+ e per chi crede che lo sport debba essere prima di tutto un luogo di relazione e accoglienza.
In questa intervista, Marco racconta il suo percorso, la collaborazione con CUS Bergamo e il valore educativo dello sport come strumento di contrasto alle discriminazioni e di costruzione di comunità.
1. Marco, come nasce la tua passione per lo sport e il percorso che ti ha portato a fondare Pegasus Sporting Club?
La mia passione per lo sport è sempre stata parte di me, ma in età giovanile non ho mai avuto l’occasione di praticare sport o viverlo. Facevo parte dello sport dal lato “tifoso” e fruitore di sport. Quando sono diventato Presidente di Arcigay Bergamo nel 2016, da subito ho capito che bisognava puntare sullo sport come strumento di lotta alle discriminazioni e valorizzazione delle differenze. Quindi nei primi 6 anni del mio mandato ho creato la squadra di volley, calcio a 5, gruppo nuovo, tennis e trekking. Terminato il mio mandato, ho deciso di strutturare professionalmente la parte sportiva che avevo creato e ho aperto la Pegasus Sporting Club ssd nel 2022.
2. Cosa ti ha spinto a collaborare con CUS Bergamo in questo progetto?
Da sempre ho visto le iniziative del CUS Bergamo e la progettualità molto importante e in crescita su tutta la provincia. Per questo motivo ho deciso di creare questa progettualità unica in Italia, dove la Pegasus collabora con CUS Bergamo per sviluppare lo sport lgbtqi+ ma soprattutto una visione di inclusione, formazione aperto a tutte e tutti. In questi tre anni siamo passati da un corso ad averne tre, e ad avere le squadre di volley maschiele e calcio a 5 femminile che si allenano e giocato all’interno del CUS.
3. Il progetto è unico in Italia: cosa rappresenta per te e per Pegasus?
Rappresenta la possibilità concreta di studenti e studentesse, e non solo, di poter avere un servizio e un luogo dove la pratica sportiva va di pari passo al rispetto del linguaggio di genere, all’inclusività in senso ampio, alla possibilità di conoscere persone che non si sarebbero mai incontrate tra di loro ma soprattutto avere uno strumento forte con cui combattere la solitudine sociale e l’indifferenza che molte volte è presente nella società e nello sport. Entrare in una squadra non significa in automatico far parte di un gruppo. Chi entra alla Pegasus entra veramente in una squadra, dove ci sono rapporti umani forti e una rete di relazioni umane e di collaborazione molto forte. Noi andiamo dai 17 anni ai 50. Abbiamo persone che hanno giocato a volley con una preparazione alta, insieme e persone che non hanno mai toccato la palla. In un mondo che cerca sempre la performance massima, a volte falsa e irreale, noi vogliamo lasciare da parte la competizione tossica e lavorare sulla crescita sportiva e di interazione umana delle persone.
Questa progettualità ha il patrocinio di CONI Lombardia e ARCIGAY Nazionale, ed è essenziale avere le istituzioni al nostro fianco per sottolineare e ribadire come la Pegasus sia un esempio virtuoso, che spero possa essere copiato in altre province e regioni.
4. Perché è fondamentale portare il tema dell’inclusione e del contrasto alle discriminazioni nello sport universitario?
Credo profondamente che dopo le famiglie e la scuola lo sport sia il luogo sociale dove una persona viene formata al rispetto e alla valorizzazione delle differenze. Quando si parla di inclusione si tende sempre a pensare a qualcosa che include qualcosa che è escluso. Personalmente il termine inclusione lo uso con una specifica più ampia, ovvero nel creare un ambiente dove ci sia la massima interazione umana, rispetto, partendo dal linguaggio, e voglia di costruire un percorso sportivo. Con le olimpiadi si fermavano le guerre, oggi i grandi eventi sportivi accendono riflettori sulle situazioni dei diritti sociali, civili di un determinato Stato/luogo, quindi ancora una volta si vede come lo sport possa essere lo strumento principale per contrastare le discriminazioni. Siamo nel 2025 ma c’è ancora molto da fare in ambito di coming out, rispetto e libertà delle persone dentro gli ambiti sportivi, anche in quelli universitari, e quindi la Pegasus rappresenta un posizionamento chiaro e forte a favore dei diritti civili e di libertà delle persone. Abbiamo più giocatori e giocatrici etero che facenti parte della comunità LGBTQI+ e io sono felicissimo, perché significa che queste persone hanno deciso di posizionarsi e di non stare ferme ed in silenzio.
5. Quali risultati concreti avete raggiunto nella stagione sportiva 2024/25?
Con la squadra di volley maschile seconda divisione FIPAV siamo arrivati ai playoff, vincendo 4 partite su 5, ma a causa di un regolamento strano e di due gironi non equilibrati (si sommavano i punti durante la qualificazione dei gironi), non siamo passati in prima divisione. Inoltre abbiamo ottenuto degli ottimi piazzamenti con le altre squadre e soprattutto con la squadra femminile di calcio a 5 abbiamo vinto il premio Fairplay dell’anno.
6. Che riscontri hai avuto da ragazze e ragazzi che hanno partecipato ai corsi di volley e calcio a 5 femminile?
Ottimi riscontri. Come dico sempre chi è entrato alla Pegasus, farà sempre parte della Pegasus e ad oggi vedo persone che hanno smesso per vari motivi che continuano a seguirci, tifarci, si rendono disponibili per aiutare dal lato organizzativo. Questo significa che il lavoro dei corsi e delle squadre ha funzionato.
7. Quest’anno si aggiungono anche calcio a 7 maschile e pallavolo: che opportunità offrono?
Offriamo a tutte quelle che verranno a fare il corso di volley o di calcio a 5 femminile di poter entrare nelle nostre squadre. Dal lato volley quest’anno le scelte sono due: squadra femminile fipav terza divisione e volley misti. Per il calcio a 7 diamo la possibilità di andare oltre al calcio a 5, e quindi di fare un corso e poi di poter giocare in un campionato.
8. Quanto conta, secondo te, il valore educativo e relazionale dello sport oltre all’aspetto tecnico?
Credo che conti per il 90%. Fare sport ti cambia la vita e ti permette di avere una formazione che non puoi avere con la scuola o con la famiglia. Alla Pegasus, proprio per le sue caratteristiche, ovvero non siamo una squadra di paese, o una squadra con un certo range di età prestabilito, ci incontrano ragazzi e ragazze di 18/20 anni che stanno studiando, con professionisti/e di 40 o 50 anni. Persone che hanno una formazione differente tra di loro, persone che hanno sempre fatto sport e chi non ha mai praticato sport. Persone che sono gay e lesbiche dichiarate da anni, e persone che fanno il loro primo coming out. Queste relazioni non si hanno in altre squadre perché la struttura che ha dato origine è differente. Ci sono tantissime squadre di volley, calcio, se decidi di venire alla Pegasus è perché hai deciso di venire. Hai deciso di fare chilometri per giocare da noi. Hai deciso di scendere in camp con la bandiera arcobaleno sul braccio, il logo del CUS e dei patrocini che abbiamo sulla nostra divisa.
9. C’è un episodio o un ricordo che riassume lo spirito inclusivo di questo progetto?
Ne ho molti nella mia mente, negli ultimi mesi tanto per fare qualche esempio, un ragazzo che ha fatto coming out per la sua priva volta, un giocatore che è diventato padre di una bambina e che tutta la famiglia viene a tifarci durante le partite. Ragazze e ragazzi che ci ringraziano perché alla Pegasus non ci son provini per entrare, ma anche chi non ha mai fatto sport o ha una preparazione basica può entrare e sentirsi accettato/a cominciando un percorso sportivo.
10. Per chi ci legge: perché iscriversi ai corsi Pegasus-CUS Bergamo e qual è il messaggio che vuoi lanciare a chi ama lo sport ma teme di non sentirsi accolto?
Parto dalla fine. Tutte e tutti sono accolti e accettati alla Pegasus. Abbiamo una struttura progettuale tale che una persona può scegliere di fare corsi o di entrare nelle squadre e quindi chi ama lo sport può praticarlo avendo tutte le opzioni idonee alla propria situazione di partenza.
Io invito a venire a fare anche una serata di prova ai nostri corsi per capire l’energia e il clima che sprigiona la Pegasus. Corsi che ti permettono di crescere sportivamente parlando ma anche umanamente. Creazione di relazioni umane e di contatto che una persona, con le sue abitudini e scelte di vita, non potrebbe mai incontrare proprio perché fuori dagli schemi classici.
