“Core Stability” è un’espressione, utilizzata in molti ambiti sportivi, che indica la stabilità della zona centrale del corpo, determinata da due sistemi muscolari: a) sistema stabilizzatore (o muscolatura locale), e b) sistema di movimento (o muscolatura globale). Il sistema stabilizzatore è formato dai seguenti muscoli: trasverso dell’addome, obliquo interno, multifido e trasverso spinale lombare; mentre il sistema di movimento comprende i muscoli: retto dell’addome, obliquo esterno, erettore spinale, quadrato dei lombi, quadricipite femorale, ischio crurali, grande gluteo e gli adduttori.
Il sistema stabilizzatore è costituito da muscoli profondi, detti anche “posturali” per la loro funzione stabilizzatrice che consente di mantenere il corpo in equilibrio anche quando lo muoviamo; sono anatomicamente situati in profondità e meno forti di quelli del secondo gruppo. Per sollecitare ed allenare tali muscoli si utilizzano dei programmi detti di “postural training”, a bassa intensità e mirati alla propriocezione dei muscoli coinvolti, spesso difficili da percepire e di conseguenza anche da allenare; tra i metodi più utilizzati troviamo il metodo Pilates e/o esercizi a corpo libero.
Il gruppo che compone il sistema di movimento, al contrario, è composto da muscoli situati in superficie, dinamici e forti; per allenarli sarà possibile avvalersi di sovraccarichi all’interno di programmi di allenamento anche ad alta intensità. Alcuni tra gli attrezzi utilizzati per allenare questo gruppo di muscoli sono: il “kettlebell”, la “swiss ball”, la palla medica, “‘ABS machine”, la “leg extension” e le tavolette propriocettive.
È facilmente intuibile quanto nell’attività sportiva la sinergia di questi due gruppi muscolari ricopra una grande importanza, sia ai fini dell’equilibrio statico sia ai fini di quello dinamico. Per meglio comprendere questa affermazione, basti pensare ai continui cambi di direzione che caratterizzano le attività sportive come, ad esempio il calcio, la pallacanestro o il tennis. Mantenere un buon livello di core stability migliora la prestazione sportiva perché la qualità della corsa, e di conseguenza quella dei gesti atletici, è strettamente correlata con l’aumento della forza, della stabilità e della sensibilità della zona centrale del corpo.
D’altro canto è stato dimostrato che un basso livello di core stability può condurre con il tempo ad infortuni a vari livelli come ad esempio: la rottura del legamento crociato anteriore, lombalgie, pubalgie e sindrome della bandelletta tibiale.
