La spalla è una struttura umana molto complessa, viene definita anatomicamente come enartrosi (articolazione a forma di sfera con una parte concava ed una convessa), è un’articolazione se non l’articolazione più mobile del nostro corpo, formata principalmente dall’unione di omero, scapola e clavicola che si uniscono mediante l’aiuto di una capsula articolare, legamenti e muscoli. Può muoversi su tre assi sfruttando movimenti di abduzione, adduzione, intra ed extra rotazione, antepulsione e retropulsione.
L’intera articolazione si suddivide in 5 sezioni specifiche:
1 articolazione scapolo omerale (enartrosi)
2 articolazione scapolo toracica
3 articolazione dello spazio sotto acromiale
- articolazione sterno-costo-claveare
- articolazione acromio–claveare
Articolazione scapolo omerale:
E’ la principale ed è formata dalla testa dell’omero e dalla cavità glenoideadella scapola. La glenoide è circondata da un cercine glenoideoche ha due funzioni:
1) aumenta la superficie di contatto
2) aumenta la congruenza tra omero e glenoide.
All’interno della glena è appunto presente la cartilagine articolare che la riveste e si estende su tutta la struttura con una parte fibrosa chiamata cercine glenoideo. Questo cercine glenoideo permette miglior mobilità e aumenta la superficie di scorrimento e rotolamento della testa dell’omero. Lo scollamento di questa struttura può determinare grosse tipologie di infortunio: la sub-lussazione è il principio di allontanamento delle parti ma in modo incompleto, la lussazione invece è l’uscita completa dell’omero dalla sede che genera conseguenze drastiche per l’articolazione, ovvero possibili lacerazioni di tessuti molli come tendini e/o legamenti.
Articolazione scapolo toracica
Identificata in anatomia come falsa articolazione, si notano due spazi di scorriemento:
1)spazio omo-seratico: scapola ricoperta dal muscolo sotto-scapolare nella parte posteriore ed esterna alla scapola;
2) spazio toraco o pareto-seratico: riguarda la parte anteriore della scapola e posteriore delle coste, dove troviamo il ventre muscolare del Grand Dentato che si estende dal margine interno della scapola alla parete antero-laterale del torace;
La scapola non agisce sul piano frontale, ma bensì, come possiamo vedere dall’immagine successiva, sul piano obliquo dall’interno all’esterno e da una posizione arretrata in avanzamento, formando con il piano frontale un angolo di 30° aperto verso l’esterno.
Articolazione sterno-costo-claveare
Sono due superfici con forma di “sella”, hanno una doppia curvatura, sono convesse in un senso e concavo nell’altro, questa articolazione possiede due assi e due grandi libertà. La stabilità di questa articolazione è mantenuta grazie a legamenti superiore, anteriore, posteriore e costo-clavicolare il più resistente.
Articolazione acromion-claveare
Articolazione che coinvolge principalmente la scapola, l’acromion e la clavicola, entrembe orientate l’uno versa l’altra e aiutate da due grossi legamenti il conoide e il trapezoide originanti dall’apofisi coracoidea; oltre a questi due possiamo notare numerosi altri legamenti tra cui il legamento coraco-clavicolare interno detto anche “bicorne”.
Superficialmente viene a piazzarsi la copertura deltoidea, questa formazione gioca un ruolo molto importante nella coaptazione dell’articolazione.
I MUSCOLI DELLA SPALLA
L’assetto muscolare della spalla è distinto da diversi muscoli che vengono divisi e classificati in due categorie: intrinseci, che corrispondono a quelli con entrambe le estremità d’inserzione sulla spalla, e estrinseci, che sono quelli aventi una sola estremità d’inserzione a livello dello scheletro della spalla.
I muscoli intriseci della spalla sono in tutto 6: il deltoide, il sovraspinato, il sottospinato, il piccolo rotondo, il sottoscapolare, il grande rotondo.
I muscoli estrinseci della spalla, invece, sono in tutto 11: il dentato anteriore, il succlavio, il piccolo pettorale, lo sternocleidomastoideo, l’elevatore della scapola, il grande romboide, il piccolo romboide, il trapezio, il coracobrachiale, il bicipite brachiale (sia il capo lungo che il capo corto) e il tricipite brachiale (soltanto il capo lungo).
MOVIMENTI ARTICOLARI
Come prima premesso abbiamo visto che il movimento della spalla si sviluppa su 3 differenti assi e per ogni asse è previsto sia un movimento agonista che un movimento antagonista, ovvero sull’asse di movimento abbiamo strutture muscolari e legamentose che si comportano a seconda della direzione in cui noi muoviamo il braccio, possiamo quindi elencare il tipo di movimento e quali muscoli vengono principalmente coinvolti:
Abduzione: movimento che permette di allontanare lateralmente l’arto dall’asse mediale del corpo e coinvolge diversi muscoli a seconda del grado raggiunto:
0°-90°: deltoide e sovraspinoso
90°-150°: trapezio e grand dentato
150°-180°: spinali e lombari
Adduzione: movimento che permette di avvicinare l’arto verso la parte mediale del corpo, i muscoli principalmente coinvolti per tutto l’angolo disponibile sono:
Grande rotondo – Romboide – Grande dorsale – Grande pettorale
Flessione ed estensione: movimento della spalla che si attua sul piano sagittale, la flessione prevede un movimento con maggiore escursione angolare rispetto all’estensione e quindi un coinvolgimento di più gruppi muscolari.
Flessione:
0-60°: Deltoide – Coraco brachiale – Grande pettorale
60°-120°: Trapezio – Grande dentato
120°-180°: spinali – lombari
Estensione:
Grande rotondo – Piccolo rotondo – Deltoide – Grande dorsale
Intra ed extrarotazione: movimento che viene effettuato a braccio flesso e con la posizione del gomito rigida, mi permette di spostare il braccio sul piano orizzontale in direzione mediale per quanto riguarda l’intrarotazione e verso l’esterno per i movimenti di extrarotazione.
Extrarotazione principalmente coinvolge i muscoli della cuffia dei rotatori:
Sottospinoso – Piccolo rotondo – Sovra spinoso
Intrarotazione prevede il coinvolgimento di:
Grande dorsale – Grande rotondo – Sottoscapolare – Grande pettorale – Piccolo pettorale – Grande dentato
POSSIBILI DISTURBI DELL’ARTICOLAZIONE
I possibili disturbi che possono coinvolgere questa articolazione possono essere causati da over-use, movimenti bruschi o mal controllati, cadute o impatti violenti.
I disturbi possono cosi coinvolgere qualsiasi tipo di muscolo prima elencato in funzione del movimento eseguito e possono coinvolgere eventuali legamenti, principalmente quelli responsabili nel mantenimento della struttura articolare.
Tra i disturbi più comuni identifichiamo l’instabilità generale della spalla dettato da un cedimento generale dell’articolazione, principalmente riguarda i muscoli che comprendono la cuffia dei rotatori o un consumo eccessivo di cartilagine per troppa usura. Altro disturbo comune che possiamo identificare è la lussazione come già prima definita, per la maggior parte dei casi (95%) la lussazione è anteriore, ovvero la testa dell’omero esce dalla sede frontalmente, mentre per una piccola parte (5%) la lussazione può essere posteriore, molto spesso di difficile identificazione anche dopo esami strumentali. Altro disturbo specifico è la discinesia, definita come alterazione della posizione della scapola che può essere causata da posizioni errate o mal funzionamento muscolare.
Il movimento curato e specifico, permette quindi di mantenere una condizione stabile dell’articolazione evitando cosi di cadere in situazioni gravose. E’ importante quindi monitorare e gestire il movimento durante una qualsiasi seduta di allenamento, ancora meglio se controllato qualora ci fossero disturbi o dolori specifici.