CUS BERGAMO

INTERVISTA AL PROF.STEFANO TOMELLERI, PRESIDENTE DEL COMITATO PER LO SPORT UNIVERSITARIO

Quali sono i prossimi obiettivi del Cus Bergamo? Quali i valori che più lo rappresentano? E ancora, come ha reagito il nostro centro sportivo universitario a questo periodo di chiusura forzata? Abbiamo posto queste e altre domande al prof. Stefano Tomelleri, Presidente del Comitato per lo sport universitario, per capire l’attuale situazione che interessa il nostro Cus e ricominciare a guardare al futuro.

  1. Le restrizioni imposte dalla pandemia da Covid-19 hanno portato alla chiusura temporanea di molte strutture e attività, tra cui il nostro centro sportivo universitario. Cosa ha significato questo anno di lockdown per il Cus Bergamo?

L’anno appena trascorso è statoper tutti sofferto e tragico. Per alcune realtà, è stato anche particolarmente impegnativo da un punto di vista economico, come per il nostro Cus e letante strutture sportive che sono state costrette a chiudere.

Tuttavia, siamo riusciti a non farci abbattere, mettendo in campo le nostre qualità migliori: capacità di adattarsi ai cambiamenti, sviluppo costante di idee e capacità nell’applicarle rapidamente.Crediamo che siafondamentale reagire, senza lasciarsi demoralizzare dagli eventi negativiche ci mettono a dura prova. Il Cus Bergamo, anche durante i mesi più critici dell’emergenza sanitaria, ha cercato di perseguire i propri obiettivi senza dimenticarsi di agire anche a livello sociale, dando il proprio contributo per superare questa inaspettata pandemia.

  • In questo periodo di “stop forzato”, quali sono state le azioni che hanno coinvolto il Cus e che l’hanno portato a divenire il più grande centro vaccinale della Lombardia? Quali sono gli attori che hanno reso possibile questa incredibile trasformazione?

Il personale del Cus Bergamo ha cercato, fin dai primi mesi di lockdown, di supplire alla mancanza di attività fisica in presenza con video-allenamenti e consigli di esercizi, anche rivolti ai soggetti “fragili” e più “anziani”: il nostro centro universitario si è reinventato per rimanere vicino alla propria comunità, pensando anche a raggiungere – virtualmente – le persone con disabilità e over 65 che prima dell’ondata pandemica venivano seguiti in palestra dai nostri allenatori.

Dallo scorso 15 marzo poi, con la nostra struttura di Dalmine abbiamo trovato il modo di contribuire attivamente alla campagna vaccinale massiva nazionale contro il Covid-19: il Cus Bergamo si è trasformato in hub per la somministrazione dei sieri alla popolazione, e ciò è stato reso possibile grazie alla collaborazione di diversi enti, tra cui l’Ats di Bergamo, l’Asst Bergamo Ovest, RegioneLombardia e il Comune di Dalmine. Si sono rivelati fondamentali la solidarietà e l’appoggio manifestati dal Rettore Remo MorzentiPellegrini. Un grazie immensova poi alla Protezione Civile e al personale del Cus, che hanno lavorato all’allestimento delle postazioni.

  • Guardiamo al futuro: si può già fare una stima di quando riaprirà il Cus come centro sportivo?

Ogni previsione sul futuro in questa fase storica è difficile. Bisognerà attendere i prossimi provvedimenti per capire quando sarà consentita la ripartenza delle attività sportive. Ma è importante anche progettare il futuro, confidando, nel più breve tempo possibile, in una new normality. Anche perché siamo convinti di una cosa: lo sport, soprattutto se in condivisione, unisce e dà la forza, fisica e morale, necessaria per superarele avversità.

  • In tempi di normalità, quale ruolo riveste e aspira a ricoprire il Cus per la comunità bergamasca?

Il nostro centro non si rivolge soltanto agli studenti e al personale docente e tecnico-amministrativo dell’Università, ma a tutta la comunità bergamasca. Riveste un ruolo sociale ed etico molto importante, in quanto favorisce la pratica e la diffusione dell’attività sportiva come supporto a un sano equilibrio psico-fisico, grazie anche all’interazione continua con altre persone.

  • Quali sono i valori che rappresentano al meglio il Cus Bergamo? Cosa significa per Lei essere ilPresidente del Comitato per lo sport universitario, l’organo politico che controlla il Cus?

I valori che incarnano al meglio l’essenza del Cus Bergamo sono certamente: condivisione, cura del sé e collaborazione. Essere Presidente del Comitato per lo sport universitario è per me motivo di orgoglio, oltre che di responsabilitànei confronti di tutti coloro che si adoperano per garantire alla comunità– universitaria e non – un centro sportivo sicuro e all’avanguardia.

  • L’attività fisica adattata per over 65 e i progetti “Sport in cartella” e “Palestra inclusiva” sono tre iniziative importantissime, che rientrano nella Terza Missione promossa dal Cus Bergamo e dall’Università degli studi di Bergamo. Quali declinazioni hanno trovato in tempo pandemico queste tre attività?Sono già pronte a ripartire in sicurezza in vista di una prossima riapertura?

Durante la pandemia il CusBergamo ha cercato di mantenere attivele iniziative sociali intraprese in tempi di “normalità”.

In particolare, l’attività fisica adattata per over 65 e “Palestra inclusiva”,proposte importanti in termini di prevenzione e salute fisica,come già detto, hanno trovato attuazione attraverso video-allenamenti e schede di esercizi da svolgere all’interno delle mura domestiche.

La centralità del tema dello sport a scuola trova riscontro nel progetto “Sport in cartella”, realizzato in affiancamento al Comune di Bergamo,con cui il Cus si impegna a promuovere il grande valore educativo dello sporttra i piccoli membri della comunità orobica. È noto che l’attività sportiva influisce sia sul benessere psico-fisico di ognuno, sia sulla creazione di un senso di collettività: ai bambiniviene quindi data la possibilità di trascorrere un momento ludico-formativo, imparando a interagire con gli altri e a rispettarli.

Speriamo che tutti i progetti compresi nella Terza Missione del Cus Bergamo riprendano in presenza non appena possibile.

  • Quali sono i prossimi obiettivi del Cus Bergamo?

Il Cus Bergamo guarda sempre al futuro e si impegna a garantire la più alta qualità dei servizi erogati agli studenti dell’Ateneo e ai membri della comunità bergamasca in generale: per questo motivo, l’obiettivo primario che ci siamo posti prevede l’apertura di ulteriori centri sportivi in città, per poter meglio soddisfare le esigenze di ogni sportivo, sia in termini di costi sia di comodità.